Cultura
Dopo le mucche, luomo LEuropa adesso indaga
La Ue sorveglia la malattia dal 93.
di Redazione
Cinquantadue casi di nuova variante di Creutzfeldt-Jacob in Gran Bretagna, 2 in Francia. In Italia nessuno, sebbene ci siano stati 160 casi di Cjd in soggetti con meno di 50 anni – il numero più alto d?Europa. Queste le cifre aggiornate al 2000 del contagio che fa più paura: quello della nuova Cjd, che deriverebbe dalla mucca pazza. Uno spettro che in Europa si aggira da tempo, se è vero che il primo studio sulla malattia di Creutzfeldt Jacob fu varato nel ?93 nell?ambito del programma Ue Biomed 1. Dal ?93 al ?95 si registrarono i dati raccolti dai registri nazionali di Francia, Germania, Italia, Olanda, Slovacchia, Spagna e Gran Bretagna. Al termine dell?indagine il progetto venne prorogato con il programma Biomed 2, prendendo in esame anche Austria, Australia, Canada e Svizzera. Motivazione ufficiale, studiare una malattia «di grande potenziale per la salute pubblica e di rilevante importanza per l?economia, specie dopo il verificarsi dell?epidemia di encefalopatia spongiforme bovina e la descrizione di una nuova variante di Cjd che alcuni sostengono essere provocata dalla malattia bovina».
I dati del secondo progetto, terminato alla fine del 1999, non sono ancora noti. Ma dando uno sguardo ai dati disponibili (che riportiamo in questa pagina), non c?è da stare allegri: dal ?93 al ?98 i morti sono quintuplicati in Germania, raddoppiati in Italia, Francia e Spagna, e sempre nel ?98 il tasso di mortalità era sopra la media mondiale dell?1 per milione in tutta Europa, arrivando quasi al 2 in Francia; in Italia poi la mortalità ha superato nei primi sei mesi del ?99 quella della Gran Bretagna. Nel frattempo, uno studio condotto dall’Università Erasmus di Rotterdam e pubblicato da Lancet nel 1998 è giunto a conclusioni allarmanti. La ricerca ha preso in esame sei Paesi europei (Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Belgio), coinvolgendo 405 malati (di cui 63 italiani). Dal ?93 al ?95 ai parenti dei malati sono stati inviati questionari per raccogliere informazioni sugli antecedenti clinici, i comportamenti alimentari e le pratiche professionali. Le conclusioni? Sebbene l?analisi delle risposte non abbia mostrato alcuna associazione tra Creutzfeldt-Jakob e un precedente chirurgico o trasfusionale, o il consumo di carne, formaggio o latte, è certo che «c?è un?associazione con il consumo di carne cruda e cervella, l?esposizione frequente ai fertilizzanti ottenuti a partire da corna e zoccoli di animale e le attività professionali che mettono in contatto con le pelli dei bovini».
I ricercatori fanno poi una considerazione tutt?altro che irrilevante: «Ci siamo limitati a esaminare i malati diagnosticati prima del ?95», ammettono. «Dal momento che i primi soggetti con la forma emergente di Creutzfeldt-Jakob associata alla Bse sono stati descritti nel ?95, una qualsiasi conclusione sul rapporto tra questa forma di demenza e l?esposizione ai bovini non può che venire dai prossimi studi». Forse è per questo che le conclusioni tardano ad arrivare?
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.